martedì 10 novembre 2009

Commento al post di Iamarf, per ribellarsi all'ipocrisia

Sfrutto tale post molto bello per dare sfogo alla mia indignazione davanti al ridicolo dibattito sul Crocifisso.Premettendo che sono atea, non battezzata e vissuta per anni a scuola tra ore di alternativa (che per altro la riforma Gelmini elimina, togliendo le compresenze, ma questo è altro discorso) e preghiere fatte recitare come canzoncine dalla maestra brava, ma un po’ “all’antica” , mai mi sono posta il problema di quel piccolo crocifisso circondato da cartelloni e cartine geografiche, semplicemente perché era un oggetto di arredo, al pari di una tenda, o di una lavagna. Ora allibisco davanti a tanti politici che con molta ipocrisia strumentale si affrettano a difendere quell’oggetto chiamandolo simbolo della tradizione, confondendo, per altro così, fede e prospettiva storico- culturale. Nessuno mette in dubbio che quella Croce sia legata alla nostra tradizione, per definizione classica, giudaico-cristiana; quell’espressione di dolore umano e altruismo ha ispirato tanta arte e filosofia;il nostro stesso modo di pensare è intriso di quel Cristo. In tal senso la vicenda di Cristo è centrale nella nostra Cultura, analogamente alla ricerca della verità da parte di Edipo, o alla democrazia ateniese. In realtà, la questione è un’altra: il Cristo in Croce è simbolo religioso, è vessillo cattolico, è espressione di una fede maggioritaria in Italia. Fu introdotto ufficialmente nelle classi, mi pare, con i Patti Lateranensi nel 29, che riconoscevano, appunto, il Cattolicesimo come la sola religione in Italia e proprio in quanto simbolo religioso tanti politici, oggi, lo sfruttano per creare una guerra tra religioni e così guadagnare il consenso delle gerarchie ecclesiastiche. Qui scatta la mia indignazione: possibile che ancora nel 2009 non si riesca a riconoscere la scuola come luogo laico, al di là della questione Crocifisso, aperto a tutti. Mi chiedo come sia accettabile che i paladini della Croce con arroganza vogliano imporsi sugli altri, portare avanti scontri , dimostrando, così, di essere dimentichi dei valori di quella Croce:difesa delle minoranze, propensione verso l’altro, condanna dell’egoismo. La stessa Chiesa non dovrebbe sottrarsi a questo giochino: non dovrebbe ribellarsi a chi lascia morire uomini in mare e poi si fa difensore del Crocifisso? Forse anche in Italia, come in tutta Europa, potrebbe essere giunto il momento per scindere politica e religione…