domenica 24 maggio 2009

Il naufragio del Pd; volpi, leoncini e speranzosi agnelli.

Ho compilato la lista, scritto i possibili elettori o gruppi dove potrei trovare i voti, ma su quali basi dovrò chiedere di scrivere sulla scheda il mio nome a queste persone?
Appurato, infatti, che la meritocrazia non premia, che la societa reale risucchiata dal qualunquismo si rifiuta a priori di leggere un programma o partecipare ad un incontro pubblico mi chiedo in quale modo si forma oggi l'opinione pubblica politica, per definizione, sin dalla polis ateniese, pilastro di ogni democrazia.

Dal piccolo al grande il gioco si focalizza sull'individuo, quindi la faccia del candidato; ciò, rimandando all'idea di chiarezza e responsabilità, apparentemente potrebbe sembrare corretto, ma il nocciolo della questione è capire quali aspetti del candidato devono essere oggetto di valutazione.
Mancano due settimane alle elezioni ed ho capito che l'importante è essere amici di tutti, stringere le mani, non risparmiare mai battute e, al massimo, dispensare qualche breve spot elettorale calibrato sulla persona da convincere. Nel mio piccolo mondo di centro-sinistra ho trovato, così, la chiara dimostrazione dell'efficacia del paradigma berlusconiano.
Il Pd, partito che, tuttavia, ancora vedo come unica possibilità a disposizione dell'Italia per salvarsi dal baratro del razzismo, della povertà, dell'ignoranza e della disuguaglianza sociale, non ha più una direzione stabilita da una meta u-topica all'orizzonte; sta ruotando su facce prive di spessore, segni paradossalmente senza significato, dotati solo di uno squallido omologato significante-il volto sorridente e sicuro di sé-. Molti per descrivere la situazione attuale del più grande gruppo di opposizione utilizzano la metafora della barca che naviga a vista nella nebbia. Tale immagine non è molto appropriata, sarebbe più opportuno paragonare il Partito Democratico ad un naufrago che tenta di rimanere a galla, aggrappato alla speranza. Nel primo caso lo smarrimento è momentaneo, occorre solo attendere che la nebbia sparisca affinché la rotta possa essere nuovamente ripresa. La seconda metafora, invece, descrive una situazione ben più grave, in cui non vi sono progetti, soluzioni solo speranza e l'abbandonarsi alla "corrente". Il Pd è chiaramente in quest'ultima situazione, poiché, anziché reagire ed elaborare alternative culturali e progettuali, continua d infliggersi del male, concentrandosi su vecchie e nuove strategie di potere frutto di scontri personali e niente più. Senza un quadro di riferimento stabile e duraturo assomiglia ad un contenitore stracolmo di girini che si muovono istericamente cercando di divenire ciascuno la prima rana per occupare più spazio. Nella mia breve esperienza ho incontrato troppi volponi nell'ombra pronti a cucinare agnellini e tanti piccoli leoncini molto intraprendenti e sfacciati che sotto la protezione degli anziani furbacchioni aspirano alla propria affermazione personale.
Appare chiaro che i problemi del partito democratico non sono di età o genere, ma frutto del persistere di vecchie idee e vetuste furbizie.
Giorno dopo giorno la mia propensione alla critica sta trasformandosi pericolosamente in patetico risentimento.Continuo, malgrado tutto, come il naufrago, a sperare: la lotta intestina tra i predatori li porterà ad autodistruggersi e gli agnelli, grazie ad un rinnovato elettorato partecipe ed ad una società civile più matura e critica, potranno, mantenendo il loro onesto candore, prendere in mano le sorti del Pd.