martedì 19 maggio 2009

PubMed

Non sono necessarie molte parole per descrivere l'intento di tale tool; il nome è di per esplicativo, PubMed è l'abbreviazione contemporaneamente di pubblicazioni mediche e di pubblicazioni pubbliche mediche. Tale astuto gioco linguistico ricorda che una pubblicazione per definizione deve essere bene di tutti, disponibile per tutti. Quelle due sillabe potrebbero richiamare alla mente anche un più ampio obiettivo: realizzare un'assistenza medica pubblica.
Sembra banale pensare che non dovrebbero esistere né ostacoli, restrizione economiche sulla letteratura medica; la salute è bene primario, a chiunque deve essere garantita la massima qualità delle cure, quindi ogni medico, in qualsiasi struttura sanitaria, deve aver accesso libero alla più aggiornata letteratura medica. Tale sillogismo appartiene alla logica comune, è totalmente condivisibile, ma si scontra con la dura realtà. PubMed appare un progetto importante, malgrado la tremenda traduzione in italiano, ma sarebbe ingenuo pensare che questa sia la semplice risoluzione di una questione molto complessa legata ai finanziamenti delle ricerche, alla distribuzione dei brevetti per le cure mediche e alla gestione della sanità.
I sistemi di finanziamento delle ricerche in Italia e negli Usa rappresentano due poli diametralmente opposti e un sommario confronto mette in luce la presenza di difficoltà in entrambi i casi. Il sistema di ricerca americano ha grandi risorse economiche fornite da industrie, lobby e personalità a istituti e università anch'essi privati, la ricerca, dunque, entra a pieno titolo nel gioco economico e presumibilmente il profitto non sarà un suo obiettivo secondario. Questo in campo medico porta ad avere risultati di ricerche non a tutti accessibili; l'altra faccia di una tale organizzazione è, del resto, l'assistenza medica a pagamento. In Italia le università ed i maggiori centri di ricerca (ancora per poco) sono pubblici, il problema è molto banale, da una parte il governo non li finanzia in modo adeguato, dall'altra si ha molto spreco di denaro, dando, tra l'altro, uno spazio limitato alle menti meritevoli. La questione della pubblicità delle ricerche solleva il più ampio problema (che non tratto per mancanza di spazio e competenza) dei brevetti sui farmaci che impediscono un loro utilizzo da parte di tutti i cittadini del mondo: in ogni istante la vita del continente africano è posta a dura prova da tale disumana realtà. PubMed è quindi una piccola goccia di equità nel mare dell'ingiustizia medico-sociale. Il suo funzionamento "tecnico" è abbastanza facile, ma chiaramente i documenti a cui permette di accedere e le stesse categorie in cui sono suddivisi sono pensati per medici e ricercatori, quindi difficilmente consultabili per un normale utente.