giovedì 21 maggio 2009

Stare on line

Stare in un luogo significa prenderne parte, personalizzandolo. L'idea che siano necessarie delle regole per stare on line presuppone che si consideri il web non più come un labirinto di ipertesti costituito da infiniti e caotici rimandi, ma come uno spazio di infinito sapere che si delinea si struttura ad ogni consultazione, secondo la storia, l'esperienza la coscienza di colui che in un certo momento lo abita, immergendosi profondamente in esso.

Teorici del web come De Kerckhove sottolineano come nella rete la trasgressione delle regole diventi normalità, si creino micro-tribù accomunate proprio dal non rispettare le norme ufficiali . Il virtuale, più che un mondo senza regole, è un altro cosmo ed in quanto tale ha un ordine e semplicità generati da specifiche norme . Il testo di Downes ne è una sintesi; le sette regole dello stare on line potrebbero equivalere ai principi fondamentali del vivere il /nel web. Quando l' ambiente reale e la sfera del virtuale si compenetrano. si verifica, però, lo scontro tra due diverse concezioni della legalità; le regole del web, del resto, sembrano essere state elaborate spontaneamente dal basso come alternativa, quindi resistenza, a quelle della realtà tradizionale. Il problema è annoso dai diritti d'autore -mutatis mutandi- ai siti di apologia al nazismo o ai profili su fb dei boss mafiosi.

Per comprendere questo evolversi pericoloso dello scontro tra norme di ambienti diversi occorre ripartire dalle fondamenta dello stare on line.

Essere reattivi è la conditio sine qua non, ciò significa essere pronti all'ascolto, alla ricezione, il vivere un'esperienza testuale è il punto di partenza per la creazione di un nuovo testo, Derrida, descrivendo il metodo decostruzionista, sottolinea l'importanza del testo della tradizione, espressione della cultura filosofica metafisica occidentale, esso è il luogo, il contesto a partire dal quale è possibile creare sempre ulteriori testualità, occorre analizzare, cogliere le differenze, gli scarti, le zone d'ombre di ciò che è dato, in tal modo la novità, già in potenza nel vecchio, può prendere forma, ritornando alla luce.

L'utente del web 2.0, definito da De Kerckhove screttore: lettore e scrittore-editore, è sempre animato da un protendersi intenzionale all'ascolto e/o alla visione; dunque si può ben affermare che, accanto alla decostruzione, assume un ruolo principe l'ermeneutica che è essenzialmente la costruzione, tramite un virtuoso circolo ermeneutico, di un'interpretazione condivisa. Quest'ultimo termine porta l'attenzione su un altro principio, per Downes, dello stare on line: l'essere sempre connessi. Connessione non è solo un stato fisico, ma anche mentale, è l'essere col proprio io- costantemente in gioco, quindi presuppone attenzione e capacità critica di rielaborare quanto è stato percepito tramite processi botton-up. Queste sono le premesse per instaurare rapporti connettivi empatici con gli altri individui e micro-collettivi pensanti, ciascuno con il proprio peculiare mondo di conoscenza. Essere connessi è, dunque, molto faticoso, poiché il confronto, la ricerca di terreni comuni, quindi l'abbandono dei propri pregiudizi è impegnativo e non sempre dà i risultati previsti. Essere co-nessi significa istituire nessi tra concetti, testi, ma anche inserirsi col proprio io-soggetto, la propria storia all'interno di un vitale tessuto comunicativo. La rete non è però una enciclopedia complessa e frammentaria, bensì all'interno di uno spazio di sapere- per dirlo con Levy- è una costruzione sempre in fieri tra gli gruppi pensanti caratterizzati da propri mondi di riferimento. all'interno della tribù il cogitare è aperto, in virtù dei rapporti che nascono tra i collettivi, lo spazio del saper assume varie curvature e le identità mutano.

Stabilire un autentico rapporto significa essere attori di una comunicazione formativa del attraverso il confronto con l'altro, la comunicazione non è solo trasmissione di informazioni, ma riguarda ciò che si è. Secondo tutta la filosofia analitica inglese, la comunicazione è un atto ben preciso e Grice stabilisce il principio di cooperazione come base affinchè un discorso sia accessibile a tutti gli interlocutori, quindi atto efficace. Tale principio è delineato attraverso quattro massime, tra queste vi è quella della qualità. Essa prevede che il contenuto sia vero e quindi gli interlocutori siano animati da buona fede. "Il sii te stesso" di Brownes, che richiama il conosci te stesso socratico, può essere considerato come un caso, per altro il più importante, di tale massima. Colui che produce una bugia, infatti, oltre a non essere più se stesso per l'altro, delinea un sé che non è ri-conosciuto dall'io. Si perde così la comunicazione come formazione dell'io che si fa sé attraverso l'altro, il mentire all'interlocutore è un mentire a se stesso, condividere con l'interlocutore solo una parte della storia personale è un formarsi parzialmente e continuare a nascondersi;


[L’unico modo per permettere alle persone di capirti è quello di consentire loro
di simpatizzare con te, arrivare a conoscerti a sentire empatia nei tuoi
confronti . La comprensione ha a che fare tanto con le emozioni quanto con la
conoscenza. ](Downes).

Avere come obiettivo una comunicazione formativa significa anche concepirla come dono, flusso potenzialmente infinito, senza argini, né direzioni, espressione della natura sociale dell'uomo, senza alcun interesse celato, senza voler condurre l'interlocutore su una certa idea. In caso contrari0 l'atto comunicativo non è più condivisione volta al rinnovamento delle interpretazioni, ma è retorica persuasiva, ben lungi dalla comunicazione come condivisione volta al rinnovamento. La comunicazione autentica prevede un confronto di idee, di semiosfere, di narrazioni autobiografiche avvalendosi dell'argomentazione logica e delle emozioni, ma sempre senza secondi fini, eccetto quello palese della propria crescita interiore. La formazione entra prepotentemente nell'ambito della comunicazione on-line; il web 2.o è strumento, come il corso stesso di tecnologia della comunicazione on line dimostra, fondamentale. La sua portata rivoluzionaria è frutto non tanto della possibilità di tradurre le antiche lezioni frontali su nuovi supporti, ma piuttosto, di cambiare profondamente l'insegnamento e l'apprendimento, espandendoli durante l'intero arco della giornata, coinvolgendo tutta la persona, aumentando le capacità critiche del maestro e dell'allievo. La peculiarità di questa u-topia comunicativa/formativa si annida proprio nel recuperare quel confronto dialogico socratico tra allievo e maestro oltre che tra gli stessi allievi, nel creare una micro-comunità aperta dove nessuna confusione di ruoli si verifichi. Il web 2.o, essendo intuitivo, è facilmente utilizzabile per obiettivi di formazione personale e professionale. Il mondo dei social-networkig, di Second Life , di Wiki non necessita, infatti, di libretti d'istruzione, costituiti da ordini dogmatici informatici, è, al contrario, immediatamente a disposizione di chiunque abbia un minimo di alfabetizzazione informatica. La prossimità del mezzo alla mente umana narrativa e sociale è proprio la conseguenza di una analogia di funzionamento e di un reciproco condizionamento etico ed estetico.