giovedì 28 maggio 2009

La serietà non è più una virtù

Ieri sera nell'ennesimo incontro di presentazione del programma, durante il mio intervento, ho dimenticato gli appunti che avevo tra le mani e mi sono lanciata in una lunga parentesi sulla necessità di recuperare la dimensione della serietà.
La cultura imperante dei soldi e del successo a tutti i costi ci suggerisce continuamnete "take it easy", non pensare, carpe diem senza scrupoli. Facile, così diventa accusare l'altro che viene da lontano, leggera è una vita fatta di sorrisi falsi, di ridicole battute e di bellezza omologata, semplice è un mondo diviso tra bianco e nero: senza sfumature né rapporti autentici,agevole è l'essere furbi. L'easy ha conquistato tutti, destra e sinistra, religiosi e atei; è divenuto valore dominante guida di ogni comportamento. Nessuno osa metterlo in discussione.
La complessità è ripudiata perché associata alla serietà, quest'ultima significa noiosa onestà, riflessione, messa in discussione del proprio io, impegno, continuità, essere al servizio degli altri.
La serietà non è più una virtù e la nostra società sembra incosapevolmente galleggiare felice su un fluido magma di tragedie interiori... Siamo sicuri che il take it easy sia la strada giusta?