venerdì 29 maggio 2009

Un mondo femminile...

Perché se indosso un vestito ho l'obiettivo di cercare voti? La cultura della donna-oggetto è imperante anche a sinistra. Da ogni parte le attenzioni sono sempre rivolte al corpo femminile. Sembra che la donna debba essere giudicata solo per quello. Un discorso del genere può apparire obsoleto, ma non è così: in questi giorni lo sto sperimentando sulla mia pelle. Nella profondità delle coscienze ancora è presente la convinzione "maschio-centrista" per cui l'uomo si trova nella posizione di dominio, all'apice di una gerarchia e la donna può aspirare ad emergere solo conquistando col proprio corpo l'attenzione maschile.
Quanta attenzione viene riversata alle curve femminili?
Donna col velo o donna in minigonna il problema è sempre il suo corpo, che ancora nel 2009 non è strettamente suo, ma è lì per gli altri; infatti per molti appare inconcepibile che il velo o una gonna corta possano essere indossati solo per star bene con se stesse. Il corpo della donna è per eccellenza dispositivo di potere: controllo della società maschilista sull'anima femminile. Non è importante come un io femminile percepisce il proprio sé compresa la sua parte estesa, ma come appare agli occhi degli altri, che per altro giudicano in base a ridicoli canoni imposti come trascendentali. La stessa bellezza femminile diventa da questione estetica, legata alla percezione di tutti i sensi, motivo puramente quantitativo, viene misurata con precisione scientifica in altezza, chili, taglie, età. Niente di più assurdo e paradossalmente niente di più rassicurante: le incertezze del vivere dovrebbero sparire con misure perfette. La mercificazione della corporeità femminile col tempo è rimasta costante, assumendo declinazioni diverse, anzi è divenuta sempre più pervasiva entrando in territori fino ad oggi per essa vergini, come la politica. In questa campagna elettorale, analogamente a quella dell'anno passato, il solito dibattito elettorale ha ceduto il posto ad allucinanti discussioni sulla bellezza ed eleganza delle deputate o delle ministre. Non desidero certo una donna-uomo, ma una donna che esprima a pieno le sue peculiarità e in virtù di quelle possa emergere. Ogni persona ha caratteristiche proprie costantemente in fieri in grado di determinarla come io all'interno della società. La mia esperienza, tuttavia, mi suggerisce che la sfera femminile è spesso più propensa al dialogo, al confronto con l'altro, all'empatia; è attenta ai particolari e allo svilupparsi delle relazioni; non ha ansia di potere e denaro. Le sue energie spesso sono spese nel volontariato e nell'associazionismo perché è animata da una mente in cui il logos si sposa col pathos. Nella vita pubblica queste sono doti eccezionali, implicano maggiore sensibilità per la comunità e, soprattutto, per la tutela dei diritti dei più deboli; non possono, quindi, essere ignorate.
L' altro mondo possibile tanto cercato, probabilmente non è altro che un mondo più femminile.

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