sabato 30 maggio 2009

Il sole splende...

Questa mattina ho seguito, come una piccola pecorella il pastore, tutti gli spostamenti al mercato dicomanese di Barducci, candidato alla Provincia. Nelle sue frasi banali c'era tanta verità, in primis la convinzione che la vita pubblica è per definizione dialogo con i cittadini, probabilmente questo confronto dovrebbe essere meno propagandistico e più autentico, ma, talvolta, lo spirito polemico deve lasciare spazio alla speranza. Oggi Il sole splende anche sulla campagna elettorale... L'opinione pubblica è onesta, schietta e soprattutto informata, almeno per quanto riguarda il livello comunale. Contenta ascolto e provo un grande amore per la mia comunità. Da sempre ho avuto interesse per la vita pubblica, mai, tuttavia, mi ero soffermata a riflettere su quanto sia legata visceralmente al mio piccolo paese, malgrado mi abbia troppo frequentemente deluso, abbia rappresentato un luogo incapace di accogliermi, totalmente assente nella mia identità, solo casuale spazio fisico affidatomi dal destino.
Dicomano non mi ha dato amore, ma io sono pronta a donarmi a lui, a mettermi in gioco per lui, a curarlo, a crescerlo, perché ciò mi riempie di vita. Paradossalmente questa consapevolezza ha trasformato in poche ore il mio vago e ardente sogno di fuga in progetto concreto di vivere altre comunità lontane, ma la sua realizzazione oggi può attendere... Non è rassegnazione, né accetazione della via più semplice -non tentare scelte volte a cambiare connessioni-, piuttosto costruzione della premessa: prima di affrontare qualsiasi altra esperienza, devo aver provato, anche nel micro paese del Mugello, a provare passione. Il mio impegno politico di questi anni è stato il tentativo più riuscito di sentirmi viva, attiva e non solo preda di paure ed arida razionalità; è la mia vera via di fuga verso l'amore per la vita, per le soddisfazioni, le delusioni, le vittorie e le sconfitte.

Oggi il sole risplende, l'aria è piacevolmente fresca, le sporadiche nuvole, ricordo della burrasca notturna, aumentano la sensazione di vivere in una dimensione parallela, nuova: la piazza del mercato, i miei compagni candidati sono uguali, ma diversi, i miei occhi hanno appena cambiato prospettiva; niente appare più bello o gioioso di prima, ma ho finalmente preso possesso, per un istante, del mio io in un mondo traballante di immense incertezze.



Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
[Montale, Ossi di Seppia]

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