martedì 23 giugno 2009

Dove lo sguardo di tutti non può arrivare

Sta girando su facebook un video amatoriale iraniano, un immagine traballante filma il momento più tragico ed intimo: la morte. Una giovane ragazza, colpita dalla polizia, tra le urla strazianti di amici, abbandona la vita, gli occhi si girano e il dramma si consuma. Ho deciso di pubblicare quel contributo prima di vederlo per intero. Ho agito spontaneamente mossa dai miei pre-giudizi: la necessità di dare spazio sempre e comunque all'informazione al di fuori dei canali consueti e gerarchizzati, l'importanza di restituire voce a coloro che per ragioni politiche internazionali ed economiche non hanno il diritto di descrivere gli avvenimenti secondo una personale e inedita ottica. Osservati quei cinquanta secondi lunghi un'eternità col cuore in gola e gli occhi socchiusi, quasi per proteggermi, una strana sensazione mi pervade e l'idea di informazione libera che renda giustizia a chi combatte per grandi cause politiche non ha più spazio tra i miei pensieri. Nella testa rimbomba assordante esclusivamente'immagine di quegli occhi, del tremendo indescrivibile ultimo respiro su un asfalto insanguinato. La vita ha un valore troppo alto per divenire un'immagine, l'ennesima bandiera da consumare e gettare. Dove finisce il politico e inizia l'intimità? Nello sguardo dell'altro l'uomo vede il proprio, gli occhi sono gli elementi centrali della rete globale, della comunicazione, della condivisione di intimità e partecipazione, ma forse esistono sguardi non catturabili, non riproducibili per la massa.
Rifletto, ma intanto tolgo quel video dal mio profilo.

2 commenti:

  1. Firmiamo l'appello di Amnesty International Italia ... http://tinyurl.com/nlmznf

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  2. L'intimità nella morte è forse è il suo aspetto più soave. Anch'io volevo pubblicizzare quel video per sottolineare l'importanza dell "open journalism" che documenta anche quello che non vorremmo vedere, in tutta la sua (neo)realistica veridicità. Eppure vedere una donna spirare riporta la mia mente al film, alla finzione. Ma in un film al termine delle riprese l'attore si rialza, si pulisce il viso dal sangue finto e tutto ricomincia. Quell'asfalto invece è rimasto inanguinato. Per sempre.
    Il margine tra finzione e realtà narrata è troppo labile, per questo ho deciso di non pubblicare il video sul mio profilo

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