venerdì 15 maggio 2009

La scuola non si sa rigenerare

Riporto il commento al post di Iamarf " Valutazione corso, caos, ordine, poesia … assignment 8 bis - "
Il brano tratto dallo Zibaldone mi ha ricordato "la nave di Teseo", un noto paradosso filosofico sull'identità e la composizione materiale in virtù della quale identifichiamo tutto ciò che appartiene al mondo; durante un certo periodo di tempo, a poco a poco, le assi che componevano la nave A sono sostituite da Teseo con assi nuove, le vecchie vengono, però, utilizzate da Teseo per costruire la nave B. La questione è quando le assi che costituiscono la nave originale cessano di essere nave A per divenire nave B, o se, addirittura, la nave A sia in realtà la B e viceversa. La mente un po' rigida e, forse , eccessivamente alla ricerca di linee di demarcazione cerca di comprendere quale sia il momento in cui avviene il salto di sistema, dal vecchio emerge il nuovo e se questo nuovo non conservi comunque in il seme del vecchio. Nel caso in cui non vi sia alcun tipo di continuità, anche la logica che domina l'architettura del nuovo sistema dovrebbe essere completamente diversa dalla precedente, ma l'uomo come può percepire continui cambiamenti di sistema? Forse non ha neanche le parole per rappresentarli, dato che il suo linguaggio si è definito nel sistema precedente. Applicando la dinamica sistemica alla scuola, quest'ultima potrebbe essere considerata un sistema incapace di rinnnovarsi, rigenerarsi, divenire altro da . Essa ha colto, percepito i feedback provenienti dalla società, basti pensare al '68, come negativi, conseguentemente ha rimodulato i suoi input con il solo obiettivo di conservare la sua identità. Ciò ha impedito il dar vita al nuovo, alla rinascita. La scuola, così, oggi è un sistema obsoleto, conservatore che si tinge qua e là di apparente modernità: un pc, un progetto, una lavagna digitale, ma il sistema, purtroppo, è sempre lo stesso.

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