venerdì 15 maggio 2009

delicious:un altro sguardo sul web.

Sto sperimentando da qualche giorno delicious, http://delicious.com/giuliaf. La prima considerazione riguarda la facilità d'uso, nonostante il mo inglese poco più che elementare. Semplice sono l'iscrizione, l'inserimento dei bottoni e l'acquisizione di nuovi bookmarks. L'interfaccia guida molto bene anche gli inesperti, come la sottoscritta. Questione ben più complessa è lo scoprire tutte le sue potenzialità. Ad essere sincera è la prima volta che utilizzo i segnalibri: ho ignorato sempre qualsiasi tipo di strutturazione personale della rete: grave errore, perché dare un proprio senso-direzione alla marea informativa creando un fil rouge non solo permette di risparmiare tempo, ma, soprattutto, produce una nuova identità del web modellata su quella dell'utente. Delicious è, tuttavia, ancora molto più di questo, esso consente la condivisione dei propri link preferiti con tutti gli altri in un grande quadro comune di ricerca on line basato proprio sulle scelte delle persone. Qualsiasi ricerca gestita attraverso delicious non sarà come negli altri motori di ricerca affidata ad oscuri algoritmi, automatici ricorsivi inanimati, bensì fondata sulla creatività individuale, sulla pluralità di opinioni, un motore di ricerca soggettivo, ma, proprio per questo, vivo. Delicious è l'emblema dell'intelligenza collettiva, ma anche di quella connettiva, una piccola porta verso il futuro autogestito della rete. Questo potrebbe essere se non fosse per la sua utenza elitaria, ristretta a coloro che hanno una certa sensibilità per un utilizzo consapevole del web, o a tutti quelli che sono appassionati di tecnologia. Ciò risulta evidente dando una veloce occhiata alle pagine più segnalate. Tale pecca di delicious lo rende un semplice progetto pilota, perfetto nella sua piccola dorata sfera d'azione, ma ben lontano dall'essere la strada percorribile verso il web come comunità autenticamente democratica.

La scuola non si sa rigenerare

Riporto il commento al post di Iamarf " Valutazione corso, caos, ordine, poesia … assignment 8 bis - "
Il brano tratto dallo Zibaldone mi ha ricordato "la nave di Teseo", un noto paradosso filosofico sull'identità e la composizione materiale in virtù della quale identifichiamo tutto ciò che appartiene al mondo; durante un certo periodo di tempo, a poco a poco, le assi che componevano la nave A sono sostituite da Teseo con assi nuove, le vecchie vengono, però, utilizzate da Teseo per costruire la nave B. La questione è quando le assi che costituiscono la nave originale cessano di essere nave A per divenire nave B, o se, addirittura, la nave A sia in realtà la B e viceversa. La mente un po' rigida e, forse , eccessivamente alla ricerca di linee di demarcazione cerca di comprendere quale sia il momento in cui avviene il salto di sistema, dal vecchio emerge il nuovo e se questo nuovo non conservi comunque in il seme del vecchio. Nel caso in cui non vi sia alcun tipo di continuità, anche la logica che domina l'architettura del nuovo sistema dovrebbe essere completamente diversa dalla precedente, ma l'uomo come può percepire continui cambiamenti di sistema? Forse non ha neanche le parole per rappresentarli, dato che il suo linguaggio si è definito nel sistema precedente. Applicando la dinamica sistemica alla scuola, quest'ultima potrebbe essere considerata un sistema incapace di rinnnovarsi, rigenerarsi, divenire altro da . Essa ha colto, percepito i feedback provenienti dalla società, basti pensare al '68, come negativi, conseguentemente ha rimodulato i suoi input con il solo obiettivo di conservare la sua identità. Ciò ha impedito il dar vita al nuovo, alla rinascita. La scuola, così, oggi è un sistema obsoleto, conservatore che si tinge qua e là di apparente modernità: un pc, un progetto, una lavagna digitale, ma il sistema, purtroppo, è sempre lo stesso.